Isola di Levanzo: la guida completa e aggiornata
Levanzo è la più piccola delle tre isole delle Egadi, caratterizzata da suggestive e appartate spiaggette di sassi e sabbia, nonché da grotte, che assecondano la sua natura calcarea. Le sue dimensioni sono: una superficie di 10 chilometri quadrati, una lunghezza di 5, una larghezza di 2. Il suo punto più alto è Pizzo del Monaco con 278 metri.
L’arcipelago delle Egadi, di cui Levanzo fa parte assieme alle isole di Favignana, Marettimo con gli isolotti di Formica e Maraone, è nato attorno a 600mila anni fa, in un periodo geologico molto effervescente per l’area, tra sommovimenti vari, abbassamenti e innalzamenti delle acque che “personalizzano” per così dire questi luoghi. In particolare, Levanzo comincia a delinearsi a partire da 16mila anni fa e, come le altre compagne di tale avventura geologica, è un piccolo mondo a sé in cui l’isolamento permette la sopravvivenza di flora e fauna marina endemiche.
Isolate, sì, ma bellissime, visto che le isole sono abitate fin dalla preistoria, tanto più proprio a Levanzo con testimonianze tangibili nella Grotta del Genovese.
Si sa che nel Paleolitico Levanzo è collegata a Favignana da uno stretto ponte di terra, uno di quei “momenti” geologici, circa 10mila anni fa, in cui il livello del mare era molto più basso di adesso. Quando l’acqua riprende a crescere, 6mila anni avanti Cristo, a Levanzo i pochi uomini rimasti si estinguono. Qualcosa cambia verso il 1200 avanti Cristi quando in zona si spingono i Greci giungi dall’Epiro, poi i Sicani, i Siculi, i Fenici, i Cartaginesi, i Romani. Nel 249 avanti Cristo, in prossimità di Levanzo la flotta cartaginese è distrutta dai Romani, il che porta alla fine della prima guerra punica ma anche nella seconda, tra il 219 e il 201 avanti Cristo, le acque davanti all’isola sono teatro di scontri tra queste due potenze di allora, con tanti reperti archeologici tra la stessa Levanzo, Favignana, Marsala, Mozia, Trapani. Anche in seguito, le Egadi, vista la loro posizione strategica, sono frequentate da Vandali, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Turchi, Spagnoli, condividendo poi le sorti della Sicilia.
Nel 1590 sono di proprietà dei baroni Filingeri, poi passano nelle mani del genovese Giacomo Brignani e nel 1640 il re Filippo IV le vende a Camillo Pallavicino di Genova e ai Rusconi di Bologna, banchieri, a saldo di un debito con essi contratto qualche anno prima. Nel 1651 le Egadi divengono Contea. Il primo vigneto nell’isola di Levanzo è realizzato dai Pallavicino. Verso il 1874 le isole sono comprate da Ignazio Florio che potenzia tonnare e stabilimenti per la lavorazione di prodotti ittici. Ma con il 1900 la famiglia perde tutto e le isole sono italiane a tutto tondo. Levanzo rimane sempre un po’ lontana da beghe di proprietà e domini vari, anche se la sua storia è fortemente legata a quella delle altre isole.
Pesca, agricoltura (ci sono vigneti) e turismo: le voci economiche di Levanzo.
L’evento più importante di Levanzo cade il 19 marzo, San Francesco, una festività che accomuna l’isola a Marettimo: si unisce il sacro al profano, con una processione lungo le vie e eventi gastronomici.
Il gusto della cucina di Levanzo sa di mare e Mediterraneo, pesce e verdure, ricette con influenze arabe e spagnole. Signori assoluti, crostacei e pesce, soprattutto il tonno in tante ricette, cotto ai ferri, in agrodolce, in polpette, in involtini, mescolato con le patate, in salsiccia, cioè fatto a pezzi e mescolato con mollica di pane, pecorino (e altri ingredienti segreti), messo il tutto in un budello, proprio come nelle salsicce classiche. Da non perdere il cous cous di pesce, gli spaghetti con i ricci di mare, serviti anche come antipasto, la pasta con sarde e finocchietto selvatico, o al nero di seppia. E anche i calamari fritti o con le patate. Saporita inoltre la verdura, come le melanzane proposte grigliate, gratinate o in caponata.
Ma la pietanza più caratteristica è il cabbucio alla levanzara, cioè un panino preparato con la pasta della pizza e ripieno di tonno e pomodoro. Non si può rinunciare ai biscotti all’uva passa e alle brioche con il gelato o con la granita. E da bere, i vini di Marsala.
Forse Levanzo deve il suo nome al modo di captare l’acqua, con una leva applicata all’unico pozzo della spiaggia situato a Sud, da qui “leva in su”. Anticamente era chiamata Buccina e Forbantia mentre i geografi arabi la conoscevano come Djazirat ‘al Yâbisah ovvero l’Arida.
La piccola delle Egadi è un’isola selvaggia con un mini borgo, circondato da coste per lo più scogliose che si stagliano su un mare limpidissimo. Diverse le cale che caratterizzano l’isola, raggiungibili sia a piedi sia tramite barca. Levanzo è un luogo silenzioso, ideale per riposarsi e rilassarsi.
- Fuso Orario:
- UTC+0
Recensioni Isola di Levanzo

Voto complessivo 8


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